L’utile e il dilettevole

Photo by Lukas on Pexels.com

Nella mia esperienza da minimalista ho capito una cosa. Qualsiasi oggetto noi possediamo deve appartenere a una di queste due categorie: essere utile oppure essere fonte di piacere.

È facile diventare minimalista, o almeno provarci, se riusciamo ad ascrivere le nostre cose -proprio tutte- entro queste due classificazioni: cose che hanno un’utilità, uno scopo e cose che ci arrecano gioia nel fruirne, nel godercele.

Le cose utili devono essere la maggior parte e spaziano dagli abiti, agli utensili da cucina e per la casa, i documenti da conservare, l’auto (una sola!) e tutto ciò che serve a migliorarci l’esistenza. Sono le cose che sono state inventate nel tempo per alleviare la fatica delle persone e agevolarle nella vita quotidiana. Nessuno penserà che un frigorifero sia bello e dia emozioni, ma serve ad uno scopo e ha ragion d’essere. Idem per un trapano o uno spazzolino da denti. Privarsi delle cose necessarie in nome di una vita semplice lo trovo un po’ masochistico e insensato. E’ vero che ci sono persone che sopravvivono con poco e niente, ma appunto, sopravvivono e incontrano non poche sfide nella quotidianità. In ogni caso il concetto di necessità è relativo e il confine tra utile e superfluo a volte si perde tra le pieghe delle esigenze personali. Quindi lavatevi pure corpo, capelli, piatti e vestiti con lo stesso tocco di sapone, ma sappiate che io lo trovo un sacrificio fuori luogo, a meno che non siate in serie ristrettezze o siate dei puristi dello zero waste.

Altro discorso sono le cose che ci danno piacere. In questa categoria finiscono tutti quegli oggetti che non servendo uno scopo direttamente legato alla nostra sopravvivenza, non si avvicinano nemmeno ad un concetto di reale utilità. Eppure le nostre case sono piene di ninnoli, soprammobili e i nostri cassetti pieni di gioielli e accessori. Le nostre soffitte pullulano di ricordi, le nostre pareti di quadri e le nostre dispense di leccornie che sappiamo benissimo far male alla linea. Eppure ci sono cose che ci riempiono di incanto e ci fanno provare quel piacere che rende la nostra vita migliore. Ci sono cose che esistono per alleviare la monotonia e rendere più piacevole il nostro viaggio.
Purtroppo spesso le persone confondono il fatto di possedere qualcosa per pura gioia, con l’accumulare cose che non sanno gettare via, così si ritrovano angoli e ripiani coperti di pupazzetti e oggettini polverosi, pance abbondanti di grasso, vite piene di impegni inutili, tutte cose di cui potrebbero tranquillamente fare a meno se solo scoprissero la meraviglia di lasciare andare.

Non c’è scusa che tenga. Non ci sono altre categorie se non l’utile e il dilettevole. Ma quest’ultimo va centellinato. Un buon vino non sarebbe speciale se potessimo berlo a ogni pasto. Il vestito buono passerebbe inosservato se ci vestissimo ogni giorno così. Un bel soprammobile, anche costoso, si perde in mezzo ad un esercito di cianfrusaglie, come un quadro di valore merita tutta la scena sulle pareti del nostro salotto. Impariamo ad apprezzare il vuoto. Perché è solo lui che può incorniciare qualcosa che merita di esser messo in risalto.

Io ho imparato a fare spazio. Auguro anche a voi un pieno di vuoto, per imparare infine a godere del poco.

Pubblicità

Da dove iniziare

Photo by Karolina Grabowska on Pexels.com

Il minimalismo attrae sempre più persone oggi, ma tanti non sanno da dove cominciare il loro viaggio. La verità è che non c’è un percorso specifico per diventare minimalisti. Ci sono tante ragioni personali che sfociano nella necessità di smettere i panni del consumista per diventare persone illuminate, con gli occhi aperti su quello che è il vero senso della vita, che sicuramente è molto lontano dall’accumulare beni materiali.

Può darsi che la ragione sia una separazione, l’arrivo di un figlio, un lutto, un giovane che diventa una persona adulta, la voglia di mettere da parte il passato per cominciare una nuova vita. Sicuramente per tutti questi arriva un momento in cui scatta qualcosa nella testa: gli oggetti iniziano a contare sempre di meno, mentre la ricerca di un significato profondo diventa il senso dell’esistenza. Dietro alla voglia di minimizzare si trova sempre un passo in avanti nell’evoluzione personale, un’elevazione.

Ma da dove si comincia a sfoltire i propri possedimenti materiali? Sono sempre tante le persone che chiedono consigli, perché sopraffatte dalle cose e incapaci di trovare un punto da attaccare per cominciare. In molti si dicono, o meglio si credono, incapaci di lasciare andare le proprie cose, perché le hanno pagate tanto, perché gli ricordano qualcuno o semplicemente perché credono davvero di amarle, quelle cose. Ma se minimamente sentite dentro di voi il bisogno di fare spazio, ascoltate quella voce!

In linea generale si dovrebbe intaccare per prima la scorta di cose che non hanno un impatto emotivo su chi le possiede. Possono essere i vestiti, gli oggetti della cucina o del garage… Gli attrezzi. È davvero arduo pensare di diventare dei bravi minimalisti partendo col buttare via giochi d’infanzia, diari e lavoretti, fotografie, cimeli di relazioni finite. È invece molto più facile disfarsi di utensili che sono lì in fondo al cassetto da tempo immemore oppure di vestiti che invece che darci felicità quando li indossiamo, ci fanno sentire sgraziati e scomodi.

La guru di questo tipo di ragionamento è senza dubbio Marie Kondo, che nei suoi libri ha teorizzato un ordine preciso con cui andrebbero passate in rassegna tutte le cose che una persona possiede: Si parte dall’abbigliamento, per passare ai libri, poi carte e documenti, gli oggetti misti (komono) e infine i ricordi e gli articoli sentimentali ossia quelli a cui siamo legati emotivamente. Imparare a buttare via quello che non si ama e non serve è una disciplina che si apprende e che si allena man mano che si pratica. Non è detto che finito il giro di sfoltimento non sia abbia poi voglia di ricominciare un’altra volta. Da quando io ho iniziato nel 2017 a declutterare, non ho ancora smesso, perché man mano che si procede in questo percorso ti rendi conto che sono sempre le più le cose a cui puoi rinunciare, perché nulla aggiungono alla tua vita.

Non siate perfezionisti, non pretendete subito di ottenere la nuova casa e la nuova vita che avete in mente, ma godetevi la rinascita fermandovi di tanto in tanto ad osservare i miglioramenti che state compiendo. L’importante è muovere il primo passo nella direzione desiderata. Credeteci profondamente, abbiate fiducia in voi stessi, non ditevi che voi non siete capaci di eliminare, non raccontatevi scuse… Basta iniziare con un oggetto alla volta. Il minimalismo è davvero alla portata di tutti, basta aver ben chiaro in testa l’obiettivo per una nuova vita.